venerdì 26 febbraio 2021

Seezza & Quasità

 

Alan Moore non è stato l'unico fumettaro a farsi affascinare dalle "dimensioni aggiuntive". Leggendo la nuova edizione degli Incubi di provincia, raccolta di brevi storie "di nicchia" di quel geniaccio del fumetto che è stato Franco Bonvicini alias Bonvi (ricordate? Le Sturmtruppen, Nick Carter, le Cronache del dopobomba, le Storie dello spazio profondo, Cattivik, Marzolino Tarantola) mi sono imbattuto nel racconto Seezza della Quasità, dove il fortuito ripiegamento di una sorta di origami (come quello della casa nuova di Heinlein) origina uno squarcio nello spaziotempo che avrà conseguenze inimmaginabili per l'intero genere umano. Seezza e Quasità sono i nomi attribuiti alla quarta e alla quinta dimensione, dopo altezza, lunghezza e larghezza.
Bonvi attribuisce l'idea originale a un certo W. S. Trevis, di cui inizialmente non ho trovato traccia online. In realtà si tratta di Walter Stone Tevis, autore americano il cui romanzo forse più famoso, The Queen's Gambit è stato recentemente (ben) trasposto da Netflix nella miniserie La regina degli scacchi (ma ha scritto pure L'uomo che cadde sulla terraLo spaccone e il seguito Il colore dei soldi). Del racconto originale, The Ifth of Oofth, pubblicato nell'aprile del 1957 su Galaxy Science Fiction, Bonvi mantiene l'idea originale, in un'ambientazione un po' più "calda", dove gli insipidi protagonisti sono rimpiazzati dal biondo alter ego dell'autore e dall'Enrichetta, anzi Giovanna, di turno.

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