mercoledì 22 maggio 2019

Due libri un po' "leggeri"

Nei mesi scorsi, tra le altre cose, ho letto due libri divulgativi destinati al grande pubblico, entrambi di autore toscano. Li ho poi abbandonati sulla scrivania, nell'attesa di scriverne su questo blog. E, come d'abitudine, ora è passato del tempo, e non sono più in grado di recensirli come meriterebbero. Mi accontento quindi di qualche considerazione breve breve. 

  • Lorenzo Baglioni (sì, quello del Congiuntivo, nessun legame di parentela con Claudio), È tutto calcolato. Il giovane Baglioni, che la matematica l'ha studiata e l'ha insegnata, replica per iscritto lo stile che ha già messo in mostra nei suoi video (uno su tutti, Il teorema di Ruffini in versione rap). L'opera manca, coscientemente e dichiaratamente, di rigore in molti punti (non è una pecca in questo caso), ma tutto sommato la matematica regge, anche se gli esempi scelti risultano a volte un po' forzati. D'altronde, il fatto che sia uscito nella Biblioteca Umoristica Mondadori ci fa capire che lo scopo può sì essere quello di spiegarci un po' di matematica in un modo non convenzionale, ma anche quello di prendersi un po' gioco dei linguaggi e delle mode adolescenziali.
  • Marco Malvaldi (sì, quello del BarLume), Le due teste del tiranno. Malvaldi, che di formazione è chimico ma di matematica un po' ne sa, con il suo consueto tono scanzonato ci propone un'opera godibilissima, istruttiva e mai banale, che si legge tutto d'un fiato. La scelta degli argomenti è azzeccata, dai sistemi numerici alla matematica elettorale, passando per le equazioni algebriche e la crittologia. Da consigliare a chi se ne esce sempre con espressioni tipo "io la matematica l'ho sempre odiata" e "non ci ho mai capito nulla", magari regalandogliene una copia a tradimento (sempre che poi abbia voglia di leggersela...).

sabato 18 maggio 2019

Seven Stars vs. Infinity

Nella storia che fa da appendice alla nuova (e ultima?) miniserie dedicata alla League of Extraordinary Gentlemen (qualcuno ricorderà il brutto film di qualche anno fa), un pastiche dedicato ad alcuni oscuri personaggi della golden age britannica, Alan Moore, il "bardo di Northampton", mostra ancora una volta di non essere del tutto a digiuno di matematica (come già aveva fatto qui e qui). In particolare, immagina uno sconclusionato dialogo tra i suoi eroi e l'Infinito, a cui viene impartita una lezione infarcita di riferimenti alle teorie di Georg Cantor e alle trovate di David Hilbert.

lunedì 6 maggio 2019

"Opzione complementare"

Dopo qualche anno di pausa, riprovo a proporre un'Opzione complementare sulle applicazioni della matematica. Gli ultimi tentativi sono stati infruttuosi (di fatto, non è più stato possibile organizzarla dopo l'introduzione dell'Informatica come corso opzionale, quindi dal lontano 2010). vedremo come va...

domenica 5 maggio 2019

Deep field e sezione aurea

Deep Field è una monumentale composizione del pluripremiato musicista statunitense Eric Whitacre, dedicata ai successi del telescopio spaziale Hubble, e in particolare alle immagini Ultra Deep Field di galassie distanti miliardi di anni luce da noi (che rivelano, quindi, il loro aspetto in epoche prossime al big bang). Fa il suo effetto, specie se affiancata al video concepito dallo stesso Whitacre, che gioca con le immagini di Hubble per condurci attraverso l'impossibile magnitudine del nostro universo.



Atteggiamenti da rockstar a parte, Whitacre sembra un personaggio interessante. Nel video che segue illustra l'uso consapevole della sezione aurea nelle sue composizioni, dove spesso i passaggi più significativi sono situati temporalmente proprio tenendo conto di essa.