giovedì 16 febbraio 2023

Letture (non troppo impegnative)...

  • The unimaginable mathematics of Borges' Library of Babel, di William Goldbloom Bloch. La biblioteca di Babele è certamente una tra le più note trovate di quel genio che fu Jorge Luis Borges. Il celeberrimo racconto che la descrive (leggibile ad esempio qui) ce la presenta come una sorta di universo-biblioteca, formato da gallerie esagonali, in cui sono custodite infinite copie di tutti i possibili volumi di 410 pagine, costituiti da ogni possibile variazione di 25 caratteri tipografici. Inutile dire che un simile arrangiamento non può che stuzzicare la fantasia del matematico, come ci mostra Bloch nel volume in cui ne sviscera tutta una serie di aspetti: combinatorici, sì, ma anche analitici, geometrici, topologico/cosmologici e così via, con considerazioni per lo più intriganti (ma a tratti pure un po' pretestuose, va detto). Una lettura non fondamentale, forse, ma certamente interessante.
  • L'ultima favola russa, di Francis Spufford. Un leggibilissimo romanzo (ma anche una pregevole opera di divulgazione) che, tramite le vicende di alcuni personaggi, in parte reali e in parte inventati, ci racconta il progressivo declino del sogno sovietico, dagli anni '30 alla fine degli anni '60. Fra i personaggi non inventati (ma forse resi in forma un po' caricaturale) c'è il "genio" Leonid Kantorovich, pioniere nell'utilizzo della programmazione lineare e premio Nobel per l'economia 1975.
  • La scala musicale: una storia tra matematica e filosofia, di Fabio Bellissima. Da Pitagora a Milton Babbitt, passando per Gioseffo Zarlino, Vincenzo Galilei (il babbo di Galileo) e Eulero, il libro è un esaustivo racconto degli sforzi compiuti nei secoli dai matematici e dai musicologi per risolvere un problema di fatto irrisolvibile (una vera e propria "quadratura del cerchio" musicale), la suddivisione della cosiddetta ottava in  una scala di facile esecuzione che comprenda gli accordi "belli" (mettendo il più possibile d'accordo, senza troppi compromessi, potenze di due e di tre). Un argomento di nicchia, senz'altro, ma sviluppato, a mio parere, in modo davvero magistrale.
  • Bestiario matematico. Mostri e strane creature nel regno dei numeri, di Paolo Alessandrini. Anche a me è capitato, più e più volte, di parlare dello "zoo delle funzioni", etichettando come "strano animaletto" ad esempio la bizzarra sin(1/x) o la ancora più bizzarra funzione di Dirichlet. Nel suo libro, Alessandrini si spinge più in là, "animalizzando" una selezione di oggetti e concetti, dal googol alle geometrie non euclidee, dal nastro di Möbius all'insieme di Mandelbrot, dal gioco della vita al gigante buono, tutti debitamente ammaestrati dal "matemago" di turno. Un punto di vista intrigante.
  • Il mistero dei numeri primi, di Fabrizio Tamburini. Confesso di averlo acquistato, come spesso succede, a scatola chiusa, basandomi soltanto sul titolo. Titolo un po' ingannevole, perché qui i numeri primi hanno un ruolo piuttosto marginale. Si tratta piuttosto di un libro tendenzialmente autobiografico, a tratti un po' autocelebrativo, in cui l'autore ci racconta il percorso che l'ha avvicinato alla congettura di Riemann, costellato da incontri con personaggi decisamente interessanti (tra cui Mirò, Hawking, Basquiat, Dario Fo e Marcus Du Sautoy). Percorso culminato, per ora, con il paper leggibile qui, in cui Tamburini, con il suo co-autore Ignazio Licata, traccia una via che potrebbe, forse, in futuro, condurre alla dimostrazione dell'ipotesi riemanniana sfruttando gli strumenti della fisica teorica. In realtà, ci stanno provando in molti, dal momento che l'esistenza di connessioni profonde tra la funzione zeta di Riemann e alcuni aspetti della fisica è nota da tempo (si veda ad esempio qui, qui, qui e qui).