Sto leggendo Quello che non uccide, quarto volume della Saga di Millennium. Lo sto leggendo ma non so se e quando lo terminerò, dal momento che alla copia che ho acquistato mancano una trentina di pagine (grrrr!). Il libro, ovviamente, non è opera di Stieg Larsson, ma di David Lagercrantz (autore della, ehm, fondamentale biografia di Zlatan Ibrahimovic). In rete ha molti detrattori, ma più che altro "perché non è Larsson"; personalmente, trovo il romanzo all'altezza dei primi tre. Se di "altezza" si può parlare: è un polpettone americaneggiante (stavolta, tra l'altro, il prode Mikael Blomkvist deve vedersela nientepopodimeno che con la NSA), lontano anni luce dai capolavori del giallo nordico, (tipo Sjöwall/Walhöö, per intenderci), avvincenti, coerenti e socialmente impegnati.
La coprotagonista, l'enigmatica Lisbeth Salander, è nuovamente caratterizzata come una sorta di prodigio autodidatta della matematica. Anzi: Lagercrantz calca parecchio la mano su questo aspetto (per il disappunto di qualche lettore), tirando in ballo i numeri primi, le curve ellittiche e il criptosistema RSA. E cita esplicitamente un articolo del 1992 del grande Enrico Bombieri (ho già menzionato che per due volte ho avuto il piacere di cenare con lui?), Prime Territory, che a sua volta, citando Oliver Sacks, ha forse fornito l'ispirazione a Lagercrantz per il personaggio del piccolo August (ma quello del savant è un cliché piuttosto praticato e scontato). Le curve ellittiche (da non confondere con le più banali ellissi), seppur nei limiti della limitata comprensione che di esse ha l'autore, assurgono quasi al ruolo di coprotagoniste del romanzo: per il matematico non si tratta certo di una sorpresa, vista l'importanza che riveste la loro teoria, specialmente in ambito algebro-aritmetico e gemetrico. Noto tra l'altro che in questo blog se n'è mai parlato. Rimedierò. Nel frattempo, il lettore interessato potrebbe dare un'occhiata qui.
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