Non mi resta moltissimo tempo per leggere, purtroppo. In particolare, le mie nuove occupazioni mi rendono difficoltosa la lettura di testi impegnativi (di matematica "vera", ad esempio): riesco a leggere solo la sera, prima di addormentarmi, solitamente finché il libro mi cade di mano. Ma oltre a romanzi di Steinbeck, Child, Manzini, Grisham e Bartlett negli ultimi mesi sono riuscito a leggiucchiare anche qualche saggio non troppo lontano dalla matematica.
- Innumeracy. Mathematical Illiteracy and its Consequences, di John Allen Paulos. Il titolo, sormontato da un neologismo traducibile forse con innumeratismo, ci dice già di che cosa si tratta: di una disquisizione sull'"illetteratismo matematico" e sulle sue conseguenze. L'autore si sofferma in particolare sulle possibili conseguenze dell'ignoranza dei principi più basilari del ragionamento logico, del calcolo mentale (quindi dell'incapacità di stimare) e del calcolo delle probabilità, che genera un substrato ideale per il diffondersi delle pseudoscienze (l'astrologia!) e ci rende vulnerabili alle truffe (Paulos cita lo stesso raggiro menzionato da Malvaldi nel suo ultimo romanzo).
- Capra e calcoli. L'eterna lotta tra gli algoritmi e il caos, di Marco Malvaldi (ancora lui) e Dino Leporini. Lasciati da parte per un momento i vecchietti del BarLume, il chimico Malvaldi, assieme al fisico Leporini (entrambi sono esperti in scienze computazionali), ci propone un viaggio attraverso la storia delle applicazioni del computer, mettendone ben in risalto i pregi e i difetti (questi ultimi dovuti essenzialmente all'eccessiva fiducia nella macchina, che spesso ci spinge ad utilizzarla in modo totalmente acritico), parlandoci di simulazioni, di realtà virtuale, di bolle immobiliari, e guarda un po', anche di filosofia. Leggetelo.
- Contro il colonialismo digitale. Istruzioni per continuare a leggere. Come ha ribadito nel corso di una conferenza a cui ho assistito di recente, Roberto Casati (filosofo, direttore di ricerca al CNRS) non è contrario alle nuove tecnologie. Lo è, però, alle cattive applicazioni di queste ultime, come l'introduzione a tutti i costi dell'e-book in ambito didattico o l'uso a tutti i costi delle lavagne interattive, costose, poco pratiche e rapidamente obsolete (nella conferenza ha inoltre citato Spritz!: ricerca di ottimo livello, applicata però in modo discutibile). Interessante la sua posizione sui cosiddetti nativi digitali, che condivido pienamente: semplicemente, non esistono! Da leggere.
- Sette brevi lezioni di fisica, di Carlo Rovelli. Ispirandosi ai Sei pezzi facili di Richard Feynman, il mio illustre quasi omonimo (Carlo è il mio secondo nome) condensa in poche, piccole pagine alcune grandi idee della fisica. Nessuna matematica (il libro è indirizzato a chi la fisica non la conosce), gradevole stile discorsivo (i contributi sono apparsi originariamente sul supplemento domenicale del Sole 24 Ore), il libro non può che rappresentare un invito ad approfondire (difatti sono già passato a Feynman).
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