venerdì 29 agosto 2008

Dante, Swift, Goethe e la matematica

Cos'hanno in comune i tre (grandi) autori citati nel titolo? Ebbene, nelle opere di tutti e tre la matematica viene utilizzata, in maniera del tutto naturale, per arricchire il discorso (magari approfondirò in qualche post successivo).
Questo (e molto altro) ha raccontato Bruno D'Amore nel corso di un'interessantissima conferenza (diretta al grande pubblico) proposta ai margini del terzo Convegno di Didattica della Matematica organizzato a Locarno dall'ASP, il cui tema ("Matematica dappertutto") mi ha reso quasi obbligatorio partecipare, visto il sottotitolo di questo blog. In modo piacevole, con uno stile molto personale e ricco di ironia, l'oratore ha intrattenuto per un'oretta i presenti, cercando di mostrare come i luoghi comuni che descrivono la disciplina matematica come arida e lontana dalla "cultura" siano in realtà infondati. Mi è piaciuto particolarmente l'accenno alla "tabellina della strega" del Faust di Goethe e alle maldestre interpretazioni che ne hanno dato alcuni critici, segno che dalla matematica non si può prescindere nemmeno in ambito letterario.
A proposito dell'accenno faustiano, qui è possibile visionare un'animazione in cui viene mostrato come la menzionata "tabellina" (o Hexeneinmaleins) rappresenti in realtà una guida alla costruzione di un quadrato magico di ordine 3.

sabato 23 agosto 2008

Se ne parla anche...

... all'inferno (grazie a Laura per il titolo). Del tema del post precedente, intendo (il corso per abilitare docenti del primario e della scuola dell'infanzia all'insegnamento della matematica). Infatti il quindicinale satirico Il diavolo ha dedicato all'argomento la vignetta qui riprodotta.
Non so a voi, ma a me sembra simpatica (con tutto il rispetto, comunque, per chi decide di accollarsi l'onerosa formazione supplementare).

lunedì 18 agosto 2008

Quo vadis matematica?

Nella sua emissione del 24 luglio (data un po' troppo estiva per parlare di scuola...), la trasmissione Falò della RTSI si è occupata di insegnamento della matematica. In particolare si è parlato della (ormai quasi) cronica scarsità di laureati disposti ad insegnare matematica a livello di Scuola Media, e della controversa proposta di far accedere a tale insegnamento docenti della scuola primaria e dell'infanzia con un corso integrativo di due anni. Due cose mi hanno colpito, in particolare: il fatto che solo 1/6 (un sesto!) degli insegnanti di matematica del settore medio ha una laurea specifica, e l'atteggiamento dell'Ospite in studio, da cui traspare una scarsa considerazione nei confronti di chi decide di dedicarsi all'insegnamento (che sembrerebbe venire invitato a trovare altrove "soddisfazioni personali"...).
La trasmissione è visionabile per intero a partire da qui. Tra i link presenti sulla pagina di presentazione manca (è una svista??) quello relativo alla Commissione di Matematica della Svizzera Italiana, dove è possibile leggere una presa di posizione sul progetto in questione.

domenica 17 agosto 2008

Altre simmetrie

Come Il disordine perfetto (di cui ho già parlato), anche il bel libro dell'astrofisico statunitense di origine rumena Mario Livio L'equazione impossibile affronta con un linguaggio accessibile il tema dell'algebra applicata allo studio della simmetria. I due libri, anche se simili, possono essere in parte considerati come complementari: in particolare, l'opera di Livio (che precede quella di DuSautoy) si concentra maggiormente sui due personaggi chiave della nascita dell'algebra moderna, Abel (il "matematico povero") e Galois (il "matematico romantico") e cerca di essere più matematicamente esplicita nella descrizione della struttura di gruppo. Inoltre Livio si dilunga maggiormente sul ruolo della simmetria nella fisica (il suo campo d'azione!), descrivendone il ruolo nell'ambito della teoria della relatività (speciale e generale) e della meccanica quantistica.
Si tratta quindi di un lavoro forse meno spettacolare e pirotecnico di Il disordine perfetto, ma altrettanto serio e valido. Non sapendo quale scegliere, consiglio la lettura di entrambi.

giovedì 7 agosto 2008

Gianni, Pinotto e la matematica

Per caso, su YouTube mi sono imbattuto nel seguente sketch del duo Abbott & Costello (la più celebre coppia comica statunitense degli anni '40, nota in italia come Gianni e Pinotto), tratto dal lugometraggio Little Giant (1946):



Si tratta di una "dimostrazione" dell'uguaglianza 13 x 7 = 28 , ottenuta in tre diversi modi rimescolando le cifre e abusando (in modo abbastanza ingegnoso) della notazione posizionale, come spiegato qui.
La stessa scenetta è presente anche in un film precedente del duo, In the Navy (1941). Fu proprio la continua riproposizione degli stessi sketch (comune a molti comici televisivi) a decretare, dopo la metà degli anni '40, il calo di popolarità dei due, a favore degli astri nascenti Martin e Lewis.

mercoledì 6 agosto 2008

La geometria non è un reato

Harold Scott MacDonald "Donald" Coxeter (1907-2003) è stato senz'altro uno dei matematici più importanti del XX secolo. In un periodo in cui la geometria andava perdendo quasi ogni connotazione "visibile", concentrandosi su aspetti sempre più astratti e formali (si pensi ad esempio alla geometria algebrica, mia croce e delizia, e al concetto di schema introdotto dal grande Alexander Grothendieck), egli seppe riaffermare con successo il valore della rappresentazione degli oggetti di studio, mostrando che la geometria "classica" aveva ancora molte frecce al suo arco.
La vicenda umana di Coxeter, lunga e produttiva (partecipò al suo ultimo congresso e scrisse l'ultimo saggio all'età di 96 anni, decisamente in controtendenza dato che spesso l'ispirazione di un matematico si esaurisce a 40!) viene ben descritta nella biografia Il re dello spazio infinito, della giornalista canadese Siobhan Roberts (edita in Italia da Rizzoli). Tra le altre cose, in essa viene ben messa in evidenza la "battaglia" combattuta tra il geometrico Coxeter e l'algebrico Bourbaki (come evidenzia Marcus DuSautoy in una sua recensione per il Guardian), terminata con una concessione di quest'ultimo al genio coxeteriano (l'inclusione dei suoi diagrammi nel libro VIII degli Eléments de mathématique). Nella seconda parte del libro l'autrice si sofferma poi sulle applicazioni pratiche ispirate dalle idee di Coxeter (una per tutte: le cupole geodetiche realizzate dall'eclettico architetto Richard Buckminster Fuller, dalla struttura simile ai composti del carbonio noti oggi come fullereni o "Buckyballs") e sulla sua amicizia con M.C. Escher , nelle cui celeberrime opere la geometria (la simmetria, in particolare) riveste un ruolo fondamentale.
Oltre al libro della Roberts, in questo momento ho sottomano una raccolta di dodici saggi originali di Coxeter (raccolti in The Beauty of Geometry, nell'edizione economica Dover). Non mi sono soffermato sui dettagli dei singoli articoli (occorrerebbe investire parecchio tempo: si tratta sì di geometria elementare, ma in matematica elementare non è sinonimo di semplice), ma anche solo sfogliando velocemente l'opera ci si può fare un'idea del "sapore" dell'opera coxeteriana: le pagine sono ricoperte di diagrammi, perfino di fotografie, e di calcoli espliciti, in contrasto con qualsiasi pubblicazione geometrica "moderna" dove tutto è algebrico e formale (ma, devo confessare, più vicino alla mia sensibilità, forse "corrotta" da anni di frequentazioni grothendieckiane).