In mano ad un autore (o ad un'autrice) capace, anche il cliché del "matematico problematico" può dar vita ad un'opera riuscita. È il caso del romanzo La formula del professore, della pluripremiata scrittrice giapponese Yoko Ogawa. Protagonista della vicenda è un anziano professore di matematica che, in seguito ad un incidente stradale, perde la capacità di trattenere i nuovi ricordi per più di 80 minuti, mantenendo però la memoria dei fatti antecedenti all'infortunio. Inaspettatamente sarà la matematica (assieme al baseball) il mezzo che gli permetterà di aprire un canale di comunicazione con la sua governante e il figlio di quest'ultima. Il racconto è costellato da matematica "vera": numeri primi, perfetti, amici, triangolari sono alla base di molte tra le interazione tra i protagonisti (la Ogawa, tra l'altro, è co-autrice, con la matematica Masahiko Fujiwara, di un dialogo/saggio sulla bellezza nella matematica, non ancora tradotto dal giapponese). Interessante è anche l'inclusione delle cosiddette coppie Ruth-Aaron, una sorta di ponte tra le due passioni dei protagonisti: si tratta delle coppie di numeri consecutivi le cui somme dei fattori primi si eguagliano (come (5, 6), (77, 78), (714, 715) e (5405, 5406), provare per credere), così battezzate in onore del numero di fuori campo battuti in carriera rispettivamente da Babe Ruth (714) e Hank Aaron (715).
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