Il polpettone porno-biografico Il matematico indiano mi aveva quasi convinto a stralciare David Leavitt dal novero degli autori da seguire. Incuriosito dalla comparsa in allegato a Le Scienze di L'uomo che sapeva troppo, ho però deciso di dare un'ulteriore chance all'autore statunitense. Devo ammettere di non esserne rimasto deluso: il libro è una seria biografia di Alan Turing, una delle figure più importanti della scienza del XX secolo, dove Leavitt si sforza anche di entrare in dettagli tecnici tutt'altro che scontati e dove l'omosessualità del protagonista viene trattata con toni garbati e rispettosi.
Anche se viene considerato un pioniere delle scienze informatiche, Turing fu innanzitutto matematico: da questo punto di vista, il suo risultato più importante fu probabilmente la risposta (ottenuta con metodi differenti, ma quasi in contemporanea, anche da Alonzo Church) al cosiddetto Entscheidungsproblem, una sfida alla comunità matematica lanciata nel 1928 dal "guru" David Hilbert. I metodi teorici sviluppati in quest'ambito si rivelarono tra le intuizioni più feconde della scienza del '900: la cosiddetta macchina di Turing, un costrutto logico/matematico utilizzato dal geniale inglese nelle risoluzione del problema posto da Hilbert, fornì le basi concettuali sulle quali si fonda ancora oggi l'architettura del computer.
Come crittologo, Turing contribuì poi in modo fondamentale alla risoluzione del secondo conflitto mondiale grazie al suo ruolo nella decifrazione dei codici di Enigma. Ma il servizio reso al paese non lo mise al riparo dall'arresto quando egli, ingenuamente, dichiarò la propria omosessualità (nell'Inghilterra degli anni '50 si trattava ancora di un reato). Le umiliazioni subite, culminate in una sorta di castrazione chimica, condussero Turing a suicidarsi addentando una mela intinta nel cianuro, ispirato forse da una scena del cartoon Biancaneve, il suo lungometraggio preferito.