A due passi dal complesso principale di Bletchley Park, alloggiato in un paio di capannoni che facevano parte del campus originale, si trova un altro luogo imperdibile per chi si interessa di storia della tecnologia: il National Museum of Computing. Gestito e finanziato in modo indipendente dal museo più celebre, vi si trova la più ampia collezione al mondo di calcolatori storici funzionanti, ripristinati e in parte ricostruiti da zero, con certosina dedizione, dagli entusiasti volontari che si incontrano percorrendo le sale. Assolutamente imperdibili sono le repliche fedeli di alcuni dei dispositivi utilizzati dai crittoanalisti inglesi (una bombe Turing-Welchman e un Colossus, installato proprio dove il suo originale progenitore contribuiva a decifrare le trasmissioni naziste). Ma vale la pena anche di soffermarsi sulle teche che contengono una vasta collezione di strumenti di calcolo vintage (fra cui un gran numero di regoli, alcune Curta e l'Otis King, di cui credo parlerò a breve, perché nel frattempo me ne sono procurato uno). Il museo ospita poi alcuni enormi mainframes, moltissimi PC e microcomputers e, in particolare con questi ultimi, permette anche di fare, per quel che mi riguarda, un vero e proprio tuffo del passato cimentandosi con alcuni vecchi videogames (cosa che mi appresto a fare anche a domicilio - ne parlerò prima o poi).
Nessun commento:
Posta un commento