sabato 2 ottobre 2021

Lo zio Giuseppe

... ossia Giuseppe Peano, zio, anzi prozio, di Lalla Romano, fa la sua comparsa nel "romanzo di formazione" Una giovinezza inventata, dove l'autrice descrive la sua malinconica educazione sentimentale e artistica nella Torino degli anni '20. L'ho appena terminato; è un po' lontano dalle mie letture abituali, e quindi non credo di avere gli strumenti per parlarne con cognizione di causa.
Sono un po' più a mio agio, invece, con il fascicoletto Giochi di aritmetica e problemi interessanti, che ho acquistato a un'asta online (ma che si può scaricare, in una riedizione Sansoni uscita una quarantina di anni fa, a questo indirizzo). Pubblicato nel 1923, e destinato agli insegnanti delle scuole elementari, contiene una collezione di problemini, da cui traspaiono qua e là l'arguzia e la cultura del matematico e glottoteta torinese, figura fondamentale della matematica a cavallo tra XIX e XX secolo, i cui assiomi per la definizione dei numeri naturali fanno spesso capolino anche all'interno dei percorsi liceali. 
Alcuni dei problemi posti sono dei veri e propri evergreen, ad esempio

oppure anche il meno elementare

(reso popolare da Lewis Carroll), e anche il celebre

 
Interessante (e lapidaria) è infine la conclusione, che mostra come lo zio Giuseppe avesse a cuore la qualità dell'insegnamento, fin dal livello più basso (e, nel contempo, anche il benessere dell'insegnante):

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