In mano ad un autore (o ad un'autrice) capace, anche il cliché del "matematico problematico" può dar vita ad un'opera riuscita. È il caso del romanzo La formula del professore, della pluripremiata scrittrice giapponese Yoko Ogawa. Protagonista della vicenda è un anziano professore di matematica che, in seguito ad un incidente stradale, perde la capacità di trattenere i nuovi ricordi per più di 80 minuti, mantenendo però la memoria dei fatti antecedenti all'infortunio. Inaspettatamente sarà la matematica (assieme al baseball) il mezzo che gli permetterà di aprire un canale di comunicazione con la sua governante e il figlio di quest'ultima. Il racconto è costellato da matematica "vera": numeri primi, perfetti, amici, triangolari sono alla base di molte tra le interazione tra i protagonisti (la Ogawa, tra l'altro, è co-autrice, con la matematica Masahiko Fujiwara, di un dialogo/saggio sulla bellezza nella matematica, non ancora tradotto dal giapponese). Interessante è anche l'inclusione delle cosiddette coppie Ruth-Aaron, una sorta di ponte tra le due passioni dei protagonisti: si tratta delle coppie di numeri consecutivi le cui somme dei fattori primi si eguagliano (come (5, 6), (77, 78), (714, 715) e (5405, 5406), provare per credere), così battezzate in onore del numero di fuori campo battuti in carriera rispettivamente da Babe Ruth (714) e Hank Aaron (715).
sabato 25 gennaio 2014
sabato 18 gennaio 2014
Un computer da 35$
Sto scrivendo questo primo post del 2014 (ah, a proposito, felice Anno Nuovo a tutti e tre i miei lettori!) con il mio nuovo Raspberry pi modello B, un single-board computer da 35$ sviluppato dalla fondazione omonima con lo scopo di ricreare quello spirito pionieristico che, negli anni '80, aveva dato un impulso fondamentale all'evoluzione dell'informatica (qualcuno ricorda lo ZX Spectrum e il Commodore 64?). Ovviamente con i 35 dollari ci si acquista la sola scheda, alle cui numerose uscite vanno poi collegati alimentatore, monitor (HDMI, addirittura), tastiera, mouse, dongle wi-fi (un hub USB è quasi indispensabile, vista anche la poca potenza erogata dalle uscite) e soprattutto la carta SD su cui installare il sistema operativo (una variante di Linux). Tra l'altro, al primo avvio (a dire la verità al secondo, visto che ho dovuto riformattare la scheda dopo un maldestro tentativo di installare LaTex) ho avuto la piacevole sorpresa di trovare sul Desktop l'icona del CAS Mathematica, fornito gratuitamente con l'OS Raspbian assieme ad una versione preliminare del nuovo linguaggio Wolfram. In effetti, come indica qui nel suo blog, Stephen Wolfram intende supportare attivamente la missione didattica della fondazione Raspberry.
Sul Raspberry in rete si trova già un po' di tutto (basta guardare ad esempio qui). Per quanto mi riguarda, spero che le mie nuove attività mi lascino il tempo per giocherellarci almeno un po'...
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