Ho terminato da qualche giorno la lettura dell'autobiografia di Stanislaw Ulam, appropriatamente intitolata Avventure di un matematico (edita in italiano da Sellerio). Scritto con uno stile informale e discontinuo ma certamente sincero, il libro ben rappresenta vita ed opere del celebre matematico, dalla sua formazione nella Polonia di inizio '900 alla sua frenetica attività di ricerca negli States, dove Ulam ricoprì un ruolo fondamentale all'interno del progetto Manhattan, che rese gli USA la prima potenza nucleare al mondo. In effetti, la parte più interessante del libro consiste proprio nella descrizione "dall'interno" dei laboratori di Los Alamos, dove Ulam lavorò a lungo anche dopo il secondo conflitto mondiale. A dire il vero, nel libro la questione delle applicazioni belliche della ricerca viene affrontata in un modo molto superficiale (un po' cinico?): Ulam giustifica le ricerche effettuate a Los Alamos da un punto di vista meramente intellettuale, senza soffermarsi sulle conseguenze pratiche che esse anno avuto, liquidando in poche righe le reazioni ai lanci delle atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
Nella sua autobiografia, Ulam dedica ampio spazio ad alcuni grandi personaggi che lo accompagnarono nelle sue avventure intellettuali, in particolare Stefan Banach (il fondatore dell'analisi funzionale), Enrico Fermi (Nobel per la fisica nel 1938) e John Von Neumann (che qualcuno definisce "l'ultimo dei grandi matematici"), veri propri "mostri sacri" della scienza del '900 che il libro ci restituisce nella loro dimensione più profondamente umana.
Stanislaw Ulam fu un pioniere dell'applicazione del computer ai problemi della matematica. Egli fu tra i primi scienziati civili ad aver accesso ad un calcolatore elettronico (il cosiddetto MANIAC I, sviluppato negli anni '50 a Los Alamos a partire dalle idee di Von Neumann), e quindi a poter sfruttare una potenza di calcolo fino ad allora inimmaginabile a supporto della teoria. In particolare, egli è considerato uno dei padri dei metodi detti di Monte Carlo per la simulazione di sistemi fisici e matematici altamente complessi.
Nella sua autobiografia, Ulam dedica ampio spazio ad alcuni grandi personaggi che lo accompagnarono nelle sue avventure intellettuali, in particolare Stefan Banach (il fondatore dell'analisi funzionale), Enrico Fermi (Nobel per la fisica nel 1938) e John Von Neumann (che qualcuno definisce "l'ultimo dei grandi matematici"), veri propri "mostri sacri" della scienza del '900 che il libro ci restituisce nella loro dimensione più profondamente umana.
Stanislaw Ulam fu un pioniere dell'applicazione del computer ai problemi della matematica. Egli fu tra i primi scienziati civili ad aver accesso ad un calcolatore elettronico (il cosiddetto MANIAC I, sviluppato negli anni '50 a Los Alamos a partire dalle idee di Von Neumann), e quindi a poter sfruttare una potenza di calcolo fino ad allora inimmaginabile a supporto della teoria. In particolare, egli è considerato uno dei padri dei metodi detti di Monte Carlo per la simulazione di sistemi fisici e matematici altamente complessi.
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