Qualche giorno fa, mentre mi aggiravo all'interno del mercatino Caritas di Giubiasco, l'occhio mi è caduto su uno strano aggeggio color ottone che faceva capolino da una vetrinetta, seminascosto tra pezzi sparsi di argenteria e di bigiotteria, il cui aspetto faceva pensare ad un obsoleto strumento di calcolo. Dopo averci dato un'occhiata, da acquistatore compulsivo quale sono, non ho potuto fare a meno di impossessarmene. Si trattava di un Addiator, cioè di un semplice aritmografo, uno strumento meccanico che permette di eseguire somme (da un lato) e sottrazioni (dall'altro), con un sistema ingegnosamente semplice di cremagliere che permette una gestione semi-automatica dei riporti. Prodotto per oltre un secolo dalla Addiator-Gesellschaft di Berlino, la sua economicita ne decretò un ampio successo di vendita, fino all'avvento delle moderne calcolatrici elettroniche.
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