Qualche settimana fa ho letto, per curiosità, un libro che avevo acquistato da tempo, Il mago dei numeri, dell'intellettuale bavarese Hans-Magnus Enzensberger. Un'opera senz'altro simpatica e degna di nota, scritta per un pubblico di bambini ma consigliabile anche ai più grandicelli (le competenze matematiche, ahimè, spesso non evolvono significativamente tra i 10 e i 100 anni d'età...). Il protagonista è un ragazzino, il piccolo Roberto, che in sogno viene avvicinato da una strana creatura, il mago (in originale Teufel, diavolo) dei numeri, il quale, notte dopo notte, lo introduce in modo graduale e giocoso alle bellezze della matematica. Partendo da semplici considerazioni aritmetiche, i due finiscono per discutere di argomenti che solitamente non reputeremmo alla portata di un decenne: i numeri primi, i numeri figurati, i numeri di Fibonacci, il calcolo combinatorio, la sezione aurea, perfino l'irrisolta congettura di Goldbach e la formula per i poliedri di Euler costellano il percorso che a poco a poco conduce Roberto fino all'inferno/paradiso dei numeri, dove avrà modo di intrattenersi con alcuni dei personaggi che nel frattempo avrà imparato a conoscere: tra gli altri, Bonaccione e le sue lepri, il professor Boiler e lord Ruzzolo. L'apparentemente irriverente storpiatura dei nomi propri e comuni (i numeri primi diventano numeri principi, le radici diventano rape, il fattoriale diventa bum!), che hanno certamente rappresentato una sfida per il traduttore, contribuiscono a sdrammatizzare i concetti e ad avvicinarli alla sensibilità dell'infanzia (anche se poi sarà opportuno dare un'occhiata all'Elenco persone e oggetti smarriti, dove i nomi corretti sono riportati).
Un libro divertente e stimolante, insomma. Tra un paio d'anni lo sottoporrò ai miei figli, per testarne "sul campo" l'efficacia.