Dopo aver rimandato per un po', mi sono infine deciso a leggere La solitudine dei numeri primi (uscito per i tipi di Mondadori), opera d'esordio del torinese Paolo Giordano, bestseller e vincitore del Premio Strega 2008. Devo dire di essermi avvicinato al libro con una certa diffidenza, dovuta forse alla massiccia pubblicità di cui ha beneficiato, ma di essere stato piacevolmente sorpreso dalla narrazione. I protagonisti del romanzo sono due giovani torinesi, Alice Della Rocca e Mattia Balossino, le cui esistenze, segnate da due tragedie patite nell'infanzia, si dipanano parallelamente, venendo più volte a contatto senza mai intrecciarsi definitivamente, proprio come le coppie di numeri primi gemelli (vedi sotto), indissolubilmente legate ma sempre separate da un numero pari. Concentrata in sette diversi momenti, la trama segue per oltre un ventennio le vite di Alice e Mattia, mostrandocene le esistenze tormentate fino all'ultimo, definitivo distacco, paradossalmente l'unico momento del libro che lascia spazio ad una seppur tenue speranza. Tra l'altro, l'autore è ricercatore in fisica, e la sua familiarità con il mondo accademico è evidente nella costruzione del personaggio di Mattia, ricercatore in topologia algebrica, se non erro.
Il titolo del romanzo rimanda ai numeri primi gemelli: si tratta di quei numeri primi che differiscono di due unità, come 3 e 5, 5 e 7, 11 e 13, 17 e 19, 29 e 31, 41 e 43 e così via; la coppia più grande conosciuta consta di due numeri di 58711 cifre. Tali numeri costituiscono uno dei tanti misteri ancora insoluti nel mondo dell'aritmetica: in effetti nessuno ha ancora saputo provare o confutare la congettura dei primi gemelli: esiste un'infinità di numeri primi p tali che p+2 sia a sua volta primo. A supporto della plausibilità di tale congettura esistono forti indizi (ma anche risultati apparentemente contraddittori, ad esempio il Teorema di Brun, secondo il quale, contrariamente a quanto accade con tutti i numeri primi, la somma dei reciproci dei numeri primi gemelli converge), ma nessuna dimostrazione formale.
Ed ora, per terminare, un simpatico intermezzo musicale: dal programma NovaScienceNow, una canzone ispirata dai numeri primi gemelli, inframmezzata dagli interventi di alcune "guest stars" matematiche d'eccezione (un piccolo appunto: chi ha realizzato il video, ha erroneamente incluso il numero 1 nella famiglia dei numeri primi...):
Il titolo del romanzo rimanda ai numeri primi gemelli: si tratta di quei numeri primi che differiscono di due unità, come 3 e 5, 5 e 7, 11 e 13, 17 e 19, 29 e 31, 41 e 43 e così via; la coppia più grande conosciuta consta di due numeri di 58711 cifre. Tali numeri costituiscono uno dei tanti misteri ancora insoluti nel mondo dell'aritmetica: in effetti nessuno ha ancora saputo provare o confutare la congettura dei primi gemelli: esiste un'infinità di numeri primi p tali che p+2 sia a sua volta primo. A supporto della plausibilità di tale congettura esistono forti indizi (ma anche risultati apparentemente contraddittori, ad esempio il Teorema di Brun, secondo il quale, contrariamente a quanto accade con tutti i numeri primi, la somma dei reciproci dei numeri primi gemelli converge), ma nessuna dimostrazione formale.
Ed ora, per terminare, un simpatico intermezzo musicale: dal programma NovaScienceNow, una canzone ispirata dai numeri primi gemelli, inframmezzata dagli interventi di alcune "guest stars" matematiche d'eccezione (un piccolo appunto: chi ha realizzato il video, ha erroneamente incluso il numero 1 nella famiglia dei numeri primi...):
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