lunedì 27 agosto 2007

Wham! Snikt! Gulp!

Le intersezioni fra matematica e fumetto sono davvero trascurabili. Uno dei pochi esempi degni di nota è un raccontino contenuto nel terzo numero ("Tales of the Uncanny") della miniserie antologica 1963, omaggio al fumetto della cosiddetta "Silver Age" pubblicato dalla casa editrice  Image nel 1993 e rimasto incompleto. Lo sceneggiatore è l'inglese Alan Moore, maestro del fumetto angloamericano contemporaneo (le sue opere più conosciute sono forse Watchmen e V for Vendetta) che ci spiega il concetto di dimensione facendo uso di un esempio piuttosto pertinente: come un essere bidimensionale percepirebbe un oggetto a 3 dimensioni che attraversa il suo universo sotto forma di superfici disgiunte, così un essere tridimensionale (in questo caso l'Ipernauta protagonista della storia) vedrà un essere a 4 dimensioni come una collezione di strane forme fluttuanti. Moore si rifà alle idee contenute in Flatland, celebre testo matematico/satirico di Edwin A. Abbott pubblicato nel 1884 (leggibile per intero ad esempio qui).  

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