Sono sempre più convinto che il cinema non sia il mezzo più adatto per raccontare una storia complessa. Negli ultimi giorni ho (finalmente!) visto The Imitation Game (con il bravo Benedict "Sherlock" Cumberbatch nel ruolo principale), e di seguito ho letto l'omonima graphic novel di Jim Ottaviani e Leland Purvis. Entrambe le opere cercano di condensare la vita del geniale matematico inglese, basandosi soprattutto sul libro Alan Turing: The Enigma di Andrew Hodges con risultati senz'altro notevoli, ma la narrazione del fumetto, visto lo spazio a disposizione, si rivela senz'altro più soddisfacente. In particolare, Ottaviani e Purvis contestualizzano un po' meglio il ruolo di Turing e dei suoi associati durante il periodo bellico; ad esempio, la pellicola potrebbe dare l'impressione che Turing sia stato l'unico inventore delle bombe impiegate nella decrittazione, basate invece su prototipi ideati in polonia dal crittologo Marian Rejevski e perfezionati a Bletchley Park con l'aiuto del collega Gordon Welchman.
E se qualcuno fosse interessato all'origine del titolo The Imitation Game, qui può consultare il celeberrimo saggio Computing Machinery and Intelligence, pubblicato da Alan Turing nel 1950 sul numero 49 della rivista Mind.
E se qualcuno fosse interessato all'origine del titolo The Imitation Game, qui può consultare il celeberrimo saggio Computing Machinery and Intelligence, pubblicato da Alan Turing nel 1950 sul numero 49 della rivista Mind.
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