sabato 4 giugno 2016

Psicomatematica

Ho appena terminato di leggere L'uomo che credeva di essere Riemann, singolare incontro romanzato tra matematica e psicanalisi uscito un paio d'anni fa dalla penna di Stefania Piazzino. La trama è presto riassunta: un matematico di fama mondiale, apparentemente scosso dalla notizia della dimostrazione della celebre congettura di Riemann, improvvisamente assume, in modo lucido e consapevole, l'identità del matematico tedesco. Ad occuparsi del caso viene chiamato un celebre psichiatra, che intreccia con lo studioso un rapporto di amicizia e che riuscirà infine, con la collaborazione di un giovane aspirante matematico, a farne riemergere la personalità. A fare da contorno alla vicenda l'autrice imbastisce una (maldestra) spy-story, a base di loschi individui che cercano di sfruttare il talento del protagonista per scardinare la sicurezza delle reti informatiche (trovata poco verosimile, che stiracchia la suspension of disbelief del lettore-matematico oltre il punto di rottura (a meno che la dimostrazione della Congettura non contenga anche un algoritmo veloce per fattorizzare gli interi)). Di matematica nel libro non ce n'è molta (anzi, non ce n'è del tutto), ma oltre agli accenni alla biografia di Riemann l'autrice dissemina qua e là alcuni celebri aneddoti della storia della disciplina (il calcolo dell'orbita di Cerere da parte di Gauss, l'incontro tra Hardy e Ramanujan, la prigionia di André Weil, il teorema dei quattro colori).
Tutto sommato una lettura gradevole. Il libro, vista anche la sua brevità, si legge tutto d'un fiato, anche se, a dire il vero, la suspense promessa nella quarta di copertina risulta essere del tutto assente...