domenica 29 novembre 2015

Cantieri aperti - 1

Sarebbe bello. Sarebbe davvero bello se quanto ipotizzato di recente (fra gli altri, dalla BBC e dalla CNN) fosse vero, cioè se il risolutore del più celebrato problema della matematica contemporanea (nientepopodimeno che l'Ipotesi di Riemann) fosse davvero un ricercatore proveniente da una piccola università nigeriana. E quindi se il risultato più importante della matematica del XXI secolo giungesse dal continente africano. Già, perché a quanto pare il prof. Opeyemi Enoch dell'Università Federale di Oye-Ekiti avrebbe annunciato la clamorosa scoperta nel corso di una conferenza tenutasi a Vienna qualche settimana fa, promettendo di rivelare i dettagli nei proceedings, che dovrebbero uscire a giorni (anzi: sono usciti!).  
In realtà, il (moderato) clamore sollevato attorno alla vicenda è esclusivamente mediatico: da un lato, l'annuncio dell'intervento del prof. Opeyemi (qui) non fa menzione esplicita del suo presunto risultato (ma poteva, forse, essere un escamotage per accentuare l'effetto-sorpresa), dall'altro sono almeno un paio le ragioni che potrebbero indurci a dubitare del matematico nigeriano (si veda ad esempio qui e qui): il lavoro pubblicato da Opeyemi a sostegno delle sue affermazioni su academia.edu non porta la sua firma (ma quella di un tale Werner Raab), e l'unico sostegno esplicito alle sue affermazioni giunge da un post (l'unico) presente nel blog dell'organizzatrice del congresso viennese, l'anziana ricercatrice russa Nina Ringo, dal curriculum non certo stellare (ma nel comitato organizzatore figura anche un matematico di primo piano come Shiryaev).
Beh, attendiamo fiduciosi, comunque. Ma con pazienza, dal momento che in ogni caso un risultato di tale portata potrebbe richiedere anni di verifiche. Anche in caso di una conferma, il buon Enoch dovrà quindi attendere parecchio prima di incassare il milione messo in palio dal CMI. Ma forse, per allora si sarà già arricchito grazie alla sua scientific technique for detecting and tracking someone on an evil mission (menzionata in questo sgangherato articolo, che tra l'altro afferma pure che sarebbero già tre i Problemi del Millennio risolti). Mah...


sabato 7 novembre 2015

Math rocks

Ha un che di ipnotico american don, quinto album del gruppo di Pittsburgh Don Caballero, che stamane mi ha accompagnato durante l'abituale escursione sulla mia catenaria preferita. Si tratta, a quanto pare, di un tipico esempio di math rock, genere di rock sperimentale (una nicchia all'interno di una nicchia) prevalentemente strumentale, caratterizzato da un'alternanza di tempi irregolari (quali 7/8 o 11/8) e da una ripetizione quasi ossessiva di strutture identiche (caratteristica ripresa dal minimalismo di compositori quali Steve Reich o Philip Glass). L'aggettivo "matematico", appioppato inizialmente con tono quasi dispregiativo (e pertanto rifiutato da alcuni esponenti del genere, ad esempio i Don Cab) fa proprio riferimento alla prevalenza di una metrica complicata e inusuale. Per quanto mi riguarda, è forse però tale aspetto ad aver attirato la mia attenzione, dal momento che esso implica un rigore ferreo nell'esecuzione, in assenza del quale brani di questo tipo finirebbero per degenerare in un caos inascoltabile. 
Per chi volesse approfondire un po' il genere, su YT è disponibile parecchio materiale: si potrebbe partire da Don Caballero 2, altro album, più datato, del gruppo di Pittsburgh oppure da Filmlets, dei giapponesi Lite, o anche da Lava land, dei Piglets, band di Chicago che ha, ahimè, avuto vita breve.