lunedì 15 novembre 2010

Shakuhachi

All'entrata del mio studiolo mi trovo davanti gli scaffali con i libri di matematica "vera"; quelli, per intenderci, che rappresentavano il mio pane quotidiano quando mi occupavo di matematica ("vera", appunto) a tempo pieno. Fra di essi spicca il giallo delle costole dei GTM della Springer. A volte mi capita di sfogliarne uno; spesso si tratta del #52 della suddetta collana, Algebraic Geometry del matematico statunitense Robin Hartshorne. La copertina sbiadita, le pagine scollate e le macchie di caffè testimoniano il tempo che ho trascorso chino su di esso (e le innumerevoli volte che sono stato tentato di scaraventarlo fuori dalla finestra del mio ufficio al politecnico...). Il libro è del 1977 e rappresenta probabilmente tuttora il tentativo più riuscito di tradurre per il matematico "medio" i nuovi approcci alla geometria algebrica introdotti nel corso dei due decenni precedenti, in particolare per quanto riguarda il rivoluzionario linguaggio degli schemi sviluppato da Alexander Grothendieck e i metodi della coomologia che devono molto al lavoro di Jean-Pierre Serre. Si tratta del testo di riferimento standard nel campo algebro-geometrico, denso ad un punto tale che molti risultati importanti sono menzionati soltanto sotto forma di esercizi, che rappresentano un'ottima palestra per chi si vuole lanciare in una carriera accademica.
P.S. #1: questo non è un consiglio di lettura, ma piuttosto un nostalgico amarcord ispirato forse da questo uggioso tempo novembrino...
P.S. #2: il titolo è un insider joke, che capirà soltanto chi ha dato un'occhiata alla quarta di copertina del libro di Hartshorne...

4 commenti:

  1. Salve. Inizia la campagna promozionale per la 32° edizione del Carnevale della Matematica. Questa volta si parla di matofobia, un tema molto importante, ma sono graditissimi anche i contributi a tema libero.

    Qui il post pubblicitario.

    Mi auguro che tu voglia essere dei nostri.

    Un saluto.

    annarita ruberto

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  2. Ma non rispondi mai ai commenti? Ho commentato ancora. Stesso risultato.

    Scusa il disturbo e buon blogging solitario.

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  3. Mi scuso, ma a dire il vero credevo di aver risposto al tuo precedente commento (quello su DuSautoy). Per quanto riguarda quello dell'altro ieri, in questi giorni sono stato abbastanza lontano dal computer. E inoltre, visto il carattere superficiale e saltuario del mio blogging (che non vuole assolutamente essere "solitario"), che di solito si limita a 2/3 post al mese, non sono sicuro di poter dare un contributo all'altezza...

    Saluti,
    Luca

    P.S. tra l'altro, non sono nemmeno sicuro che tecnicamente questo sia il modo corretto di rispondere...

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  4. Mi fa piacere la tua risposta perché ci ero rimasta male:)

    Mi piace il tuo blog. Apprezzo molto quel che scrivi e sono sicura che puoi dare un contributo "all'altezza".

    Mi auguro che tu voglia partecipare.

    annarita

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